Falaises Reserve Naturelle Bouches BonifacioFalaises Reserve Naturelle Bouches Bonifacio
©Falaises Reserve Naturelle Bouches Bonifacio|MJo Culioli Vichera
Alla scoperta dei tesori delle Bocche di Bonifacio

Riserva naturale Bouches de Bonifacio

La Riserva Naturale delle Bocche di Bonifacio, o “I Bucchi di Bunifaziu”, è un hotspot ambientale. La più grande riserva naturale della Francia continentale, con 80.000 ettari che si estendono tra la Corsica e la Sardegna, le Bocche di Bonifacio sono una sintesi dell’anima mediterranea, con un notevole insieme di paesaggi: scogliere, grotte marine, spiagge irreali, fondali marini protetti, le isole Lavezzi, Cerbicale e Moines, ecc. Le Bocche di Bonifacio, con la loro vasta gamma di paesaggi, sono state classificate come area protetta per preservare il patrimonio costiero e marino dello Stretto, molto apprezzato dai visitatori. Quest’area protetta ospita una fauna e una flora eccezionalmente ricche. Una moltitudine di ecosistemi, tra cui le praterie di posidonia, gli isolotti coralligeni e marini, forniscono habitat naturali a specie notevoli come il cicerone grigio, il cormorano crestato e la cernia. Immergetevi nel cuore di questo Mediterraneo selvaggio.

Scalare le scogliere dal mare

Preservare la biodiversità

La città delle scogliere è all’altezza del suo nome. Dopo l’imbarco nel porto, ci dirigiamo gradualmente verso l’uscita delle Strette, dove il faro della Madonetta sorveglia i marinai e i diportisti dal suo sperone. Sotto la città arroccata sulle sue pareti vertiginose, siamo sopraffatti dalla sua bellezza e da queste abitazioni che sfidano le leggi della gravità. Mentre navighiamo attraverso lo stretto, notiamo uno stretto solco scavato nel calcare stesso. È un altro modo di vedere i 189 gradini della scala del re d’Aragona e l’impresa tecnica che deve essere stata la costruzione di una simile struttura nel XV secolo. Sebbene l’armonia dei dintorni sia un ottimo modo per staccare la spina, è importante ricordare che la riserva naturale è un’area fragile e protetta. Per questo motivo è vietato “introdurre, danneggiare o prelevare animali, piante, minerali o fossili” all’interno del perimetro generale della riserva. Anche l’ormeggio delle imbarcazioni è regolamentato e sono stati elaborati piani di demarcazione, poiché è vietato gettare l’ancora sulla Posidonia. Inoltre, sono state create due zone specifiche. La prima, detta di “protezione rafforzata”, vieta la caccia da terra e la pesca subacquea. Nella seconda, detta “no-take”, sono vietate tutte le forme di pesca e le immersioni subacquee.

“In questa oasi di biodiversità, che ospita 16 unità ecologiche molto diverse tra loro, sono state introdotte delle restrizioni per proteggere questo sito particolarmente sensibile”.

Esplorare le grotte marine

Si chiamano Sdragonato o l’Orca. Tagliate direttamente nel calcare dalla forza degli elementi, queste grotte hanno un’architettura affascinante. Navigando lungo le imponenti scogliere che ci sovrastano, raggiungiamo l’ingresso della grotta dello Sdragonato. Non vi entreremo, perché è ormai vietato, ma ci godiamo questa immensa cavità formatasi nella roccia sedimentaria. Per i più curiosi, è possibile osservare l’abisso della grotta dal sentiero della Strada Vecia. Per quanto riguarda la Grotte de l’Orca, anche se non ci siamo addentrati direttamente, abbiamo optato per una gita con il kayak che avevamo noleggiato a Piantarella. Attenzione, però, la distanza dalla grotta è notevole.

Buono a sapersi

L’accesso alle grotte, che era possibile solo via mare, è ora impossibile. A causa dell’elevato rischio di frane, è ora vietato entrare nelle grotte per evitare il rischio di caduta di massi.

Salpare per le Isole Lavezzi

Meraviglia della natura, le Isole di Lavezzi sono quasi una terra incognita, un territorio ancora da esplorare da parte dell’uomo. A poche miglia nautiche dalla città delle scogliere, la bellezza incandescente di questo arcipelago alla fine del mondo si concretizza in una serie di 23 isole, ancorate proprio nel cuore della riserva naturale. Abbiamo deciso di recarci al porto turistico per imbarcarci alla volta delle Isole Lavezzi. Una volta a bordo, abbiamo preso il largo per una traversata di mezz’ora fino all’isola principale: Lavezzu. L’arcipelago di Lavezzi è uno straordinario conservatorio di paesaggi e habitat naturali, una landa di terra mediterranea dove si incontrano solo piante profumate, fantastiche forme minerali e uccelli che svettano allo zenit.

Le Lavezzi ospitano il falco cenerino, un imponente uccello marino che nidifica nelle rocce all’interno delle isole. Fragili e timidi, non vanno avvicinati (soprattutto durante il periodo di cova) né fotografati, per non disturbarli.

Immersione alla scoperta dei fondali marini

Estendendosi da Roccapina alle meravigliose spiagge di Porto-Vecchio, i fondali della Riserva Naturale delle Bocche di Bonifacio sono un luogo ideale per l’esplorazione subacquea. Abbiamo quindi deciso di immergerci con un club alla scoperta del sito noto come “La Tête d’homme”. Questa roccia, che emerge da una trentina di metri di profondità, rivela un volto umano se osservata dalla giusta angolazione. Grazie alla sua ricca flora e fauna acquatica, abbiamo potuto nuotare con magnifiche cernie e delicate gorgonie rosse.

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