Phare Pertusatu Muret Vieille Pierre BonifacioPhare Pertusatu Muret Vieille Pierre Bonifacio
©Phare Pertusatu Muret Vieille Pierre Bonifacio
In scarpe da ginnastica e berrettoBonifacio, una città di mare

Una passeggiata intorno ai fari

Non vi dico nulla di nuovo quando dico che Bonifacio è una città di mare. Ma dove c’è un mare, c’è un faro, e i fari intorno a Bonifacio sono particolarmente accessibili e visibili dai sentieri escursionistici. D’estate, cappellino, crema solare e borraccia; d’inverno, giacca a vento; tutto l’anno, scarpe buone, e sarete pronti a scoprire questi monumenti che hanno scandito il ritmo di vita delle Bouches de Bonifacio per molto tempo, con paesaggi incredibili ad accompagnarci. Macchina fotografica obbligatoria!

Quattro fari e sentieri da scoprire

Nelle Bocche di Bonifacio ci sono quattro fari: Madonetta, Pertusatu, Capu di Fenu e Lavezzi, e piccoli fari nel Goulet all’ingresso della città. I fari e i fanali di Bonifacio sono parte integrante del patrimonio della città: sono situati in punti strategici delle Bouches, dove avvertono le imbarcazioni e i marinai dei pericoli che rappresentano. Sebbene non siano tutti edifici particolarmente notevoli, raccontano parte della storia della città e delle sue leggende, poiché è ai piedi della Madonetta che si gettano corone in mare il giorno di Sant’Erasmo, patrono dei pescatori.

Capu di Fenu, fin dall'antichità

Se avete voglia di fare una lunga passeggiata, il punto di partenza migliore è il sentiero che collega l’Eremo della Trinità al faro di Capu di Fenu. La sua posizione è citata da Tolomeo, che lo chiama Cap Marianon. La passeggiata si snoda attraverso una macchia rigogliosa e profumata, punteggiando i paesaggi di granito che scolpiscono strane forme su una distanza di circa dieci chilometri. Scoprirete il faro, inaugurato nel 1874, una torre quadrata alta una dozzina di metri, con un panorama piuttosto grandioso, come il resto della passeggiata. Per concludere la passeggiata, si può scendere a Paragan per una nuotata prima di risalire a Trinité. Oppure, se siete molto coraggiosi, potete tornare in città attraverso la Strada Vecia.

Apertura al Mediterraneo

Anche se ormai automatizzati, i fari hanno ancora il potere di ispirare sogni. Arroccati su punte come se fossero isolati dal resto del mondo, offrono un’apertura sul Mediterraneo, ideale per lasciar vagare la mente.

Tra macchia e falesie, la Madonetta

Dalla città si possono vedere due fari: il faro della Madonetta e il faro di Pertusatu. Il faro della Madonetta fu commissionato nel 1854 ed ebbe il suo ultimo guardiano, Assunzione Muriani, a metà degli anni Trenta. È raggiungibile dal sentiero di Strada Vecia, che si dirama per raggiungerlo attraverso gradini scavati nella roccia bianca e recentemente riabilitati dal Conservatoire du Littoral per una maggiore sicurezza. Attenzione ai ciottoli: sono scivolosi! La passeggiata inizia all’ombra della macchia, tra baracuni – capannoni per gli attrezzi utilizzati dai contadini – e forni, oltre a piccoli animali e piante endemiche e notevoli. Dal faro si gode di una vista mozzafiato sulle scogliere e sul paese, senza dimenticare la Sardegna in lontananza: sembra di essere alla fine del mondo. Si può proseguire la passeggiata fino alla cala Fazziò per un bagno o un picnic. È magico!

Pertusatu, dalla cima dell'altopiano calcareo

Questa passeggiata inizia tra la Marine e la città alta. Dalla Chapelle Saint-Roch, a metà strada tra il porto e la cittadella, ci si dirige verso il Campu Rumanilu e il suo sentiero di terra e pietra. Poi si sale e si sale… Niente di difficile, e il panorama che si gode quando si raggiunge l’altopiano calcareo è abbagliante e permette di ammirare la città in un colpo d’occhio e di osservare le case arroccate sulle falesie. Si arriva all’antico mattatoio della città, ma il sentiero continua, offrendo panorami sempre più incredibili sulle Bouches de Bonifacio, sulla città che si allontana lentamente, sulla Sardegna… Il semaforo di Pertusatu, dove le guardie si alternano dal 1844, si trova su una scogliera di 80 metri.

Appena sotto, a venti minuti di cammino, si trova la spiaggia di Saint-Antoine, con la sua sabbia bianca, le scogliere e le rocce scolpite che creano un paesaggio lunare. Il paesaggio vale da solo la passeggiata, soprattutto perché la zona è relativamente poco affollata. Ma la parte migliore è senza dubbio il ritorno in città al tramonto: i colori e il panorama cambiano e rendono la fine della passeggiata ancora più sublime.

Il percorso attraverso Lavezzu

Sull’isola di Lavezzu è stato costruito un faro vent’anni dopo la tragedia della Semillante, una nave che trasportava soldati in Crimea, nel 1855. L’edificio è piuttosto semplice, assomiglia a una piccola casa sormontata da una torre quadrata a strisce rosse. Per vederlo, bisogna prima prendere la barca per sbarcare sull’isola. Ci sono sentieri che girano intorno a Lavezzu, l’isola più grande dell’arcipelago, che è disabitata. Si alternano calette di sabbia fine e zone sassose, osservando 240 specie di piante della macchia, tra cui 40 specie protette, rare o endemiche come la nananthea, una margherita presente solo in Corsica e in Sardegna. Ma non dimenticate di seguire il sentiero: i Lavezzi sono un santuario particolarmente protetto e custodito. E, naturalmente, non potete lasciare traccia della vostra visita.

Appena scesi dall’imbarcadero, si può andare a Cala di u grecu per un bagno. Poi si prosegue verso Cala della Chiesa, con il suo antico ovile. Dirigetevi a sud verso Cala Lazarina e Acharina, dove troverete uno dei due cimiteri e il faro. La Sardegna sembra più vicina che mai.

Lo sapevate?

Pertusatu è uno dei fari più antichi della Corsica. Undici anni dopo la sua messa in funzione, lo stretto delle Bocche di Bonifacio subì un terribile naufragio, quello della nave La Sémillante, che fece 773 vittime. A questi marinai è dedicato un monumento nel cimitero dell’isola di Lavezzu, dove dopo la tragedia fu costruito un faro.

Gente di mare

Qualunque sia la passeggiata scelta, la macchina fotografica è la vostra compagna indispensabile! È stata la mia in ogni passeggiata, sia per immortalare i volti dopo una bella salita, sia per ricordare proprio questi paesaggi che sembrano reinventarsi a seconda del tempo o dell’ora del giorno: i fari di Bonifacio raccontano la storia della città in modo diverso, ricordandoci che i suoi abitanti sono un popolo di mare. Un mare straordinariamente bello ma pericoloso, che ha le sue storie da raccontare, e lo ha fatto fin dall’antichità. Quando il vento soffia nelle Bouches, non abbiate paura di prendere il volo!

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