Chemin De Ronde Office Mur BonifacioChemin De Ronde Office Mur Bonifacio
©Chemin De Ronde Office Mur Bonifacio
Immergetevi nel cuore della cittadella di Bonifacio

Passeggiata nella cittadella medievale

Una cittadella medievale arroccata su scogliere di alabastro, stradine in cui perdersi e cimeli d’altri tempi: Bonifacio è piena di segreti, alcuni dei quali gelosamente custoditi. Nel Medioevo, la città fu costruita sotto l’influenza genovese e ha conservato il suo carattere unico. Benvenuti nel cuore di Bonifacio, riconosciuta Città d’Arte e di Storia nel 2019, che accoglie i visitatori per un viaggio a ritroso nel tempo e fuori dal tempo, attraverso vicoli ricoperti di piccoli ciottoli a volte scivolosi e sconnessi, su cui è meglio camminare con le scarpe da ginnastica piuttosto che con i tacchi. Qui secoli di storia ci guardano, e non è solo un modo di dire…

La Cittadella di Bonifacio,
un po' di anima in più

Scoperta nella luce del mattino

Bonifacio è prima di tutto un ricordo di una gita scolastica… Un ricordo indimenticabile: una passeggiata sul mare, case sulla scogliera, scale vertiginose, sole e acqua turchese! Sono passati 20 anni dall’ultima volta che ci ho messo piede! Questa volta parto alla conquista di Bonifacio, con mio marito e i miei figli (due), che avranno bisogno di un po’ di motivazione!

La Cittadella di Bonifacio,
un promontorio a picco sul mare

Ammirate i panorami mozzafiato della Sardegna, l'isola gemella

Uscendo dalla Porte de Gênes, fate una prima sosta al Bastion de l’Etendard (Bastione Standard) che, da un’altezza di 75 metri, offre una vista mozzafiato sul porto, sulla campagna e sulla Sardegna, a volte nascosta nella foschia. Lasciando il Bastione e dirigendosi verso la piazza del mercato, ci si avvicina al Diu Grossu, un’enorme roccia che sembra un granello di sabbia. In lontananza, l’isola sorella rivela le sue coste, mentre il faro di Pertusato, sulla sinistra, guida le imbarcazioni. Sulla destra della piazza, due case sono letteralmente aggrappate alla scogliera e sembrano galleggiare sul Mediterraneo. Una di esse apparteneva all’attrice Marie José Nat, una delle figlie più illustri di Bonifacio.

Raccomandiamo...

Nella piazza del mercato, potete prendervi un caffè, osservare la città che si anima, godervi l’aria del mare…
In una parola: respirare.

Le strette vie della Cittadella hanno un accento italiano

Scoprite le influenze genovesi e pisane

Entriamo nelle stradine e fermiamoci alla chiesa di Sainte Marie Majeure, costruita nel XII secolo, attorno alla quale sono cresciute stradine e case, seguendo le pendenze e le irregolarità del paesaggio, che si riflettono nella ristrettezza delle strette – le stradine – e delle case. Se si chiudono gli occhi, si possono immaginare le donne che chiacchierano alle finestre, che guardano i bambini che giocano fuori e che chiamano i passanti. Scene di vita medievale che sono rimaste inalterate, come negli antichi quartieri italiani nel cuore di Genova o di Pisa, città che hanno esercitato un’innegabile influenza su Bonifacio. Scoprirete i colori ocra, i portoni di legno il cui peso a volte sembra rendere impossibile l’apertura, vi sorprenderanno le sculture sulle facciate, che riprendono gli stemmi e raccontano a modo loro la storia della Cittadella. Le scale, che assomigliano a quelle di un mugnaio, vi faranno pensare: meglio avere fiato e gambe quando si vive nella Cittadella di Bonifacio! Le parti inferiori delle case, come spesso accade ancora, erano dedicate alle attività economiche. I piani superiori erano gli alloggi delle famiglie che amavano vedere la luce entrare dalle numerose finestre, simbolo della ricchezza dei proprietari.

La Cittadella di Bonifacia: un carattere forte

Passare dal quartiere genovese al quartiere pisano

Nella Cittadella, ogni piazzetta ha il suo carattere e dà il tono, come tanti mini quartieri, ognuno con il suo carattere specifico. Così come si definiscono figli dellachiesa di Saint Jean Baptiste o di Saint Dominique, i bonifaciani amano dire di essere originari della rue Longue, della place Carrega o della rue Doria. Fermatevi a chiacchierare con la gente del posto: vi accoglieranno sempre con un sorriso – e senza dubbio a volte con la macagna, l’umorismo elevato al rango di arte – e vi racconteranno delle loro chiese e delle confraternite a cui sono così legati. Si possono ancora vedere le stravaganti scale, ma il ferro battuto è più moderno. L’imbiancatura si fa sentire. Le pavimentazioni sono più larghe, gli edifici più sobri, anche se l’arte gotica delle chiese è ancora presente. In rue Saint Dominique, il profumo di biscotti e pain des morts si diffonde dalla pasticceria Sorba… Gnam!

Il cantiere del secolo

Bastioni restaurati

La storia militare della cittadella medievale

Prima di assaggiare un gelato artigianale di Rocca Serra, la passeggiata vi condurrà attraverso il sito della vecchia caserma, passando per l’ex cappella di Sainte Marie Madeleine, ora casa della confraternita – se sentite cantare da lì, è il coro Coro di Sole che sta provando per la prossima messa – e poi al cimitero marino. All’estremità del sito, il punto culminante dello spettacolo: una passeggiata sui bastioni, i bastioni restaurati – l’opera del secolo, come si dice qui. La Batteria Saint François è stata costruita tra il XII e il XX secolo e dal 1929 è classificata come monumento storico. Visitarla significa immergersi nella storia militare dei bonifaciani, di coloro che sorvegliavano il mare e proteggevano la loro città da potenziali nemici… Le pietre sembrano voler parlare, trasmettere la loro energia. Siamo in un luogo talmente unico e restaurato da continuare a incuriosire i visitatori per molto tempo. La vista libera sul Goulet, l’ingresso al mare del porto, è mozzafiato. Di fronte, il faro della Madonetta invita a fare una passeggiata, questa volta in campagna.

Lo sapevate?

Essendo le uniche chiese gotiche in Corsica, le chiese bonifaciane hanno beneficiato di vetrate e pale d’altare su legno di grandi maestri italiani, pittori e vetrai. Purtroppo questi tesori, troppo fragili per il clima bonifaciano, sono tutti scomparsi. Ad essi è stata dedicata una mostra e un libro ne ripercorre la storia, basandosi sui nomi dei grandi maestri che vi hanno lavorato.

Scale vertiginose da salire

Una curiosità scavata nella roccia

Torniamo un po’ sui nostri passi… Nel quartiere pisano, lungo il percorso che costeggia la scuola, a pochi metri dal Torrione, si trova una curiosità, un emblema, un luogo come pochi: 189 gradini, uno più irregolare dell’altro, scavati nella pietra calcarea. La leggenda vuole che i gradini siano stati scavati in una notte dalle truppe di Alfonso V, re d’Aragona, nel 1420. I fatti storici, meno fantasiosi ma altrettanto impressionanti, indicano l’opera dei frati francescani per accedere a una fonte di acqua potabile, il pozzo di Saint Barthélémy.

Dettagli di charme

Seguire i consigli di una guida

Per quanto si conosca bene la Citadelle, o si pensi di conoscerla, alcuni dettagli non sono così facili da conoscere. Potete perdervi nei vicoli anche venti volte e ancora vedere qualcosa che non avete mai notato prima, scoprire una galleria d’arte un po’ nascosta o un artigiano appassionato che vi spiegherà come lavora. Una guida vi accompagnerà in questo affascinante quartiere. Una caccia al tesoro farà la gioia dei più piccoli (e permetterà anche ai grandi di scoprire molti segreti). Il bello di La Citadelle è che offre uno spettacolo diverso a ogni visita, a ogni ora del giorno, in ogni stagione. E tutti aspettano di essere scoperti.

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